Parlamentari come Cafiero de Raho,
rappresentanti delle forze dell'ordine e della magistratura,
preti anticamorra come don Maurizio Patriciello e don Luigi
Merola Merola, o attivi nel sociale come don Tonino Palmese e
don Antonio Loffredo. E ancora esponenti dell'università,
sindacalisti (Giovanni Sgambati della Uil) e anche un ex
presidente di Confindustria come Antonio D'Amato. In tanti hanno
aderito all'invito del prefetto di Napoli Michele di Bari,
organizzatore del convegno "Napoli risponde al disagio sociale"
che ha finito per assumere i contorni di una sorta di Stati
generali sullo stato di salute della città capoluogo.
"E' un momento bello per la città - ha esordito il padrone di
casa, il prefetto Michele di Bari - in cui vogliamo cercare di
creare le condizioni dal punto di vista culturale per fare una
riflessione sui temi della cultura e della inclusività".
"La nostra città - la riflessione del sindaco Gaetano
Manfredi - ha delle caratteristiche che la rendono un
caleidoscopio di problematiche. E' la terza città italiana, una
realtà in cui si incontrano le difficoltà di tutte le grandi
aree metropolitane ma a Napoli la particolarità è il grande
divario che c'è tra i quartieri sia dal punto di vista del
reddito che del disagio abitativo, nonostante siano distanti
pochi chilometri. Queste differenze richiedono politiche
adeguate sia in tema di salario e casa, sia di inclusione
scolastica. Le comunità non possono essere escluse da un
processo di partecipazione. Noi stiamo agendo così, come alla
Sanità - ha rimarcato - dove si è puntato molto sulla
compartecipazione dei giovani del territorio".
Da sempre un ruolo lo hanno la scuola e l'università. Napoli
- è stato ricordato - ha un alto numero di studenti cui fa da
contraltare una percentuale piuttosto alta di abbandoni prima
del completamento del ciclo di studi.
"Indicatori in lieve ma costante calo da 2/3 anni - ha
ricordato Ettore Acerra, direttore dell'ufficio scolastico
regionale - in particolare elusione ed evasione scolastica.
Soffriamo ancora la carenza di locali per le mense scolastiche
su cui si sta lavorando. Così come lavoriamo per recuperare il
rapporto con le famiglie che si è fatto più difficile dopo la
pandemia".
Per il rettore della Federico II Matteo Lorito bisogna
investire di più nella formazione. "Oggi - ha sottolineato - la
Campania ha il più alto tasso di giovani, siamo il terzo polo
universitario del Paese. La nostra è una regione molto protesa
verso ricerca e formazione. Purtroppo però il tasso di abbandono
è tra i più alti del Paese, troppi studenti non arrivano alla
laurea, viviamo il paradosso di avere una delle percentuali più
alte di iscritti cui corrisponde una percentuale bassa di
laureati. Abbiamo bisogno di mense e di alloggi per studenti per
far sì che le università restino il luogo del dialogo e della
discussione come accade da 800 anni". L'intervento del
governatore campano De Luca, denso di sollecitazioni, e le
repliche del ministro dell'Interno Piantedosi, sia pure su
posizioni diverse, hanno finito per arricchire il dibattito
ponendo fine all'incontro.
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